«Anche oggi piove» sospirò...
«Anche oggi piove» sospirò mestamente il dottor Watson mentre, seduto in salotto, sorseggiava il tè delle cinque in compagnia di Sherlock Holmes.
«Sì, l’avevo notato» mormorò il grande investigatore.
«È piovuto anche ieri e ieri l’altro» precisò Watson.
«Già».
«E sembra assai probabile che piova pure domani».
«La monotonia incombe, amico mio – osservò Holmes. – Ci vorrebbe qualcosa che ravvivasse...».
«Questo clima uggioso?».
«Questa uggiosa conversazione, Watson. A tale proposito potrei proporvi un caso interessante...».
«Con molto piacere: dite, Holmes, vi prego».
«Dunque, una sera sir Reginald Cornwall, insieme ad altre persone, stava ascoltando certi racconti di viaggi. Si trattava di vicende appassionanti, anche perché a riferirle era il maggiore Brandon, personaggio assai noto e insuperabile narratore. Brandon stava rievocando l’avventura vissuta anni prima, quando, solo e disarmato nel folto della giungla indiana, si era trovato a tu per tu con una gigantesca tigre...».
«Perbacco! E come si era potuto salvare?».
«Questo non lo seppe nessuno, perché, mentre il maggiore parlava, all’improvviso si spensero le luci e il salone piombò nel buio. Si udì uno sparo e appena, pochi istanti dopo, si fece luce con delle candele, i presenti videro Brandon steso a terra, esanime. Era stato fulminato da un colpo di pistola».
«Terribile! E l’assassino fu scoperto?».
«Sì, circa un’ora più tardi, grazie alle indagini e alle geniali deduzioni di un ispettore di polizia... Però non è questo che ci interessa. Il fatto sorprendente si verificò circa un mese dopo, quando sir Cornwall poté ascoltare un altro racconto dalla bocca del maggiore Brandon».
«Ma... non avete detto che era morto?».
«Il morto più morto che si sia mai visto. Nessun dubbio su questo».
«Allora forse Brandon aveva un gemello, o c’era qualcuno che gli assomigliava come una goccia d’acqua...».
«No. Brandon era proprio lui, in carne e ossa. Cornwall si trovava a pochi metri di distanza; aggiungo che non stava sognando, né era sotto l’effetto di alcol o stupefacenti, eppure non provò il minimo stupore...».
«Ma... com’è possibile?».
«È elementare, Watson – disse Holmes. – Il fatto è che...».
Qual è la spiegazione dell’enigma?
SOLUZIONE
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