disegno umoristico


Era il giorno di Natale

Era il giorno di Natale e il tenente Limerick, sotto l’albero allestito nella centrale di polizia, stava fumando uno dei sigaroni regalatigli dai suoi fedeli agenti. Tutti avevano i lacrimoni agli occhi: Limerick per la commozione, gli agenti per il fumaccio di sigarone... Quand’ecco arrivare tutto trafelato il sergente Burber:
«Tenente, una chiamata urgente! Un tale camuffato da Babbo Natale ha rapinato la gioielleria Patack nella 334a strada!».
Limerick lanciò un paio di nuvolette di fumo a forma di alberelli natalizi, poi esclamò:
«Dannazione! Con tutti i Babbi Natale che ci sono per la strada oggi, non sarà facile individuare il malvivente...!»
«Sì, tenente – replicò Burber – Però questo aveva delle caratteristiche particolari: era alto due metri e venticinque circa, aveva tutti i denti d’oro massiccio e un tatuaggio sul naso raffigurante una sirena...».
Limerick ebbe un sussulto che si tradusse in una fumata a forma di punto esclamativo:
«Sergente Burber, questo è il ritratto sputato di Joe Natale! Il criminale che colpisce sempre durante le Feste... Andiamo subito a casa sua a controllare!».
Joe Natale si trovava effettivamente in casa, ma a letto, con una gamba ingessata. Limerick lo guardò scuotendo il capo e mandando cenere di sigaro dappertutto:
«Avanti, Natale, non fare la commedia e confessa: ti hanno riconosciuto numerosi testimoni».
«E con questo? – ribatté l’altro senza scomporsi – Chissà quanta gente c’è alta due metri e venticinque, coi denti d’oro e un tatuaggio sul naso! Tenente, mi spiace per lei, ma io ho un alibi di ferro, anzi di gesso... Tre giorni fa, per la precisione il 22 dicembre, sono caduto dal monopattino durante una gara con il mio nipotino e mi sono fratturato una gamba...».
Limerick sogghignò come sanno sogghignare solo i tenenti di polizia di Chicago, poi ordinò al sergente Burber di ammanettare Joe Natale. Il malvivente cercò di accampare qualche scusa, poi cedette, si sfilò lo scarponcino di gesso e scese dal letto bofonchiando:
«Uff... e va bene, portatemi pure in prigione... Speriamo almeno che oggi ci sia il tacchino con le patate... Però mi spieghi come accidenti ha fatto a capire che il colpevole sono io...».
Limerick tirò una boccata di fumo che andò a formare un addobbo natalizio intorno al lampadario, e mormorò:
«Amico mio, è evidente che il tuo alibi non regge. Infatti hai detto di essere caduto il 22 dicembre, mentre tutti sanno che... Natale cade sempre e solo il 25 dicembre!».

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