disegno umoristico


Il tenente Limerick venne chiamato...

Il tenente Limerick venne chiamato nella sua villa dal conte Sbrodolowski, un ricchissimo aristocratico per metà austriaco, per il 40 per cento polacco, e il resto mancia.
 «Tenente – disse il conte, sgomento – qualcuno vuole uccidermi... ».
«Che cosa glielo fa pensare?» chiese Limerick.
«Il fatto che la settimana scorsa mi hanno riempito la vasca da bagno di acido solforico, l’altro ieri a cena appena ho immerso il cucchiaio nella minestra mi si è fuso... e stamattina, svegliandomi, nel bicchiere sul comodino al posto della dentiera ho trovato un pesce piraña affamato...».
«Sono indizi abbastanza significativi...» ammise il tenente. In quel mentre sopraggiunse una donna bellissima, alta e bionda, di quelle capaci di folgorarti con un’occhiata. Per precauzione Limerick si mise gli occhiali da sole, ma non poté evitare che uno sguardo della maliarda gli incenerisse completamente il sigaro che aveva appena messo in bocca.
«Non dia retta a mio marito, tenente... – sussurrò la superdotata, con una voce roca che incrinò una lente di Limerick – È sempre così sospettoso, ingigantisce ogni sciocchezza... ».
«Tenente – disse Sbrodolowski, – le presento mia moglie, la principessa Ira von Stekkinen».
«Onorato, principessa» mormorò Limerick chinandosi per il baciamano e ferendosi il naso contro l’anello con diamante da ventitré carati che la donna portava al dito.
«Tesoro – disse lei al consorte, – mentre io chiacchiero con il tenente, perché non ti rilassi, stendendoti per un po’ sul divano?».
Ira non era una donna a cui si potesse dire di no e il conte, sorridendo docilmente, stava per ubbidire, ma Limerick, con un balzo felino, lo placcò alle gambe un istante prima che si sedesse, stendendolo a terra. Il conte lo guardò sbigottito:
«Ma... perché ha fatto questo?».
«Aspetti che controllo... – disse Limerick avvicinandosi cautamente al divano. – Vediamo un po’... Sì... proprio come sospettavo: il divano è un modello Sing Sing, elettrificato a 20.000 volt!».
Il conte si rialzò dolorante, balbettando:
«Ma... allora è lei, la mia Ira, che voleva uccidermi! Avrei dovuto immaginarlo, mia cara, dopo averti vista esercitarti al tiro con l’arco contro una mia fotografia...».
«Uh, quante storie! – esclamò la donna, contrariata, poi, rivolta a Limerick, con tono salottiero, aggiunse: – Va bene, va bene, confesso... però, tenente, mi dica, che cosa l’ha indotta a dire a mio marito di non fidarsi di quello che gli proponevo?».
«È dannatamente semplice, mia cara principessa: tutti sanno che... “L’ira è cattiva consigliera”».

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